“La segregazione urbana”, il nuovo volume di Marco Oberti e di Edmond Préteceille (Aracne, 2017)
Di Claudia Mantovan
Da una quindicina d’anni, alcune trasformazioni sociali e l’interesse rinnovato per certi temi di ricerca hanno contribuito allo sviluppo dell’interesse della sociologia italiana per la segregazione. Il notevole aumento del numero degli stranieri insediati in Italia, e in particolare nei centri urbani, ha concentrato l’attenzione di diverse ricerche sugli aspetti socio-spaziali e abitativi dell’integrazione degli immigrati. Ha anche contribuito a far emergere la segregazione etnica come un problema sociale complesso a cui le città italiane devono confrontarsi: si pensi ad esempio al progetto di “desegregazione” attuato a Padova tra il 2005 e il 2007 in quello che era ormai conosciuto come “il ghetto” di via Anelli (cfr. Faiella F. e Mantovan C., a cura di, “Il ghetto disperso”, Cleup, 2011). In questo quadro, risulta dunque di particolare interesse la freschissima pubblicazione del libro “La segregazione urbana” di Marco Oberti ed Edmond Préteceille (Aracne editore). Gli autori, che lavorano nel centro di studi e ricerche CNRS Observatoire Scientific du Changement (OSC) di Sciences Po a Parigi, sono importanti studiosi di questi temi, noti a livello internazionale (Oberti, in particolare, aveva già pubblicato nel 2006, insieme a H. Lagrange, il testo “La rivolta delle periferie”, dedicato all’analisi dei conflitti nelle banlieues francesi). Il libro mette efficacemente in risalto l’intrecciarsi di dimensioni spaziali-urbane e socio-economiche quali premesse allo studio delle stratificazioni sociali e delle relazioni tra gruppi sociali che oggi popolano le nostre realtà urbane. Dopo la presentazione di un approccio metodologico utile per descrivere e misurare la segregazione in una metropoli (cap. 1), il testo si concentra sull’analisi delle cause della segregazione (cap. 2) e sugli effetti della stessa (cap. 3), problematizzando l’assunto, dato per scontato, che interpreta la segregazione sempre e comunque come causa di indebolimento della coesione sociale. Si tratta dunque di una lettura irrinunciabile per chi si approccia a questi temi.
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